L’abbigliamento professionale certificato deve fornire un’adeguata protezione nei confronti dei potenziali rischi, oltre che facilitare le operazioni che dobbiamo compiere sul lavoro; rappresenta quindi il primo dispositivo a protezione della nostra incolumità, e deve essere conforme alle normative ISO EN.
Ecco perché, riferendosi all’abbigliamento da lavoro certificato si parla di DPI, ossia di Dispositivi di Protezione Individuale.
In base al Decreto legislativo 475/92, i DPI sono classificati in tre grandi gruppi in base ai rischi presenti nelle diverse tipologie di lavoro.
Categoria I: Sono tutti i dispositivi che aiutano a proteggere dai rischi fisici di lieve entità, salvaguardando quindi da lesioni superficiali. Rientrano in questa categoria capi di settore alimentare e sanitario.
Categoria II: Sono tutti i dispositivi che aiutano a proteggere dai rischi di media entità. Rientrano in questa categoria capi: alta visibilità, antiacido, antistatici, da saldatore, anti-pigliamento, trivalenti o pentavalenti.
Categoria III: Sono dispositivi di progettazione complessa destinati a salvaguardare il lavoratore da rischi più o meno controllabili dal soggetto, che possano portare a morte o lesioni gravi e di carattere permanente. Rientrano in questa categoria capi: antiacido, antistatici, di protezione arco elettrico, di protezione da calore e fiamma, di protezione contro la fiamma limitata, per saldatura, per vigili del fuoco, di protezione incendio boschivo, per celle frigo, di protezione ambienti freschi, alta visibilità.
Di seguito le norme EN ISO più comuni:
UNI EN ISO 20471: Abbigliamento da lavoro ad Alta Visibilità
Quando troviamo il pittogramma corrispondente alla norma UNI EN ISO 20471, stiamo parlando di dispositivi di protezione individuale relativi all’alta visibilità. Questa norma, che sostituisce le precedenti, ha eliminato la distinzione tra abbigliamento antinfortunistico ad alta visibilità per uso personale e professionale. La normativa prevede inoltre tre classi con livelli di protezione crescente.
Classe 1, definisce il livello di visibilità più debole adatto esclusivamente per operazioni effettuate su strade private. Gli indumenti appartenenti a questa categoria devono avere 2 metri di nastro riflettente largo 5 cm; 0,10 m2 di materiale retroriflettente e 0,14 m2 di fondo fluorescente. Le bretelle appartengono a questa classe;
Classe 2, definisce un livello di visibilità intermedio. Questo tipo di abbigliamento è adatto ai corrieri e a chi lavora vicino a strade extraurbane (B, C), urbane (D, E) e locali (F). Gli indumenti di questa classe devono avere un nastro riflettente di 2,60 metri, largo 5 cm; 0,13 m2 di materiale retroriflettente e 0,5 m2 di fondo fluorescente. Pantaloni, gilet, pettorine e tuniche aperte sui fianchi appartengono a questa classe;
Classe 3, definisce il livello più alto di visibilità. A questa classe appartengono tutti gli operatori che lavorano o si trovano in prossimità di aeroporti, strade urbane (D, E), extraurbane (B, C) o autostrade (A). L’abbigliamento da lavoro di questa classe deve necessariamente coprire il torace e avere almeno 4 metri di nastro riflettente largo 5 cm, 0,2 m2 di tessuto retroriflettente e 0,80 m2 di materiale di fondo fluorescente che deve essere apposto su maniche e pantaloni.
Gli indumenti appartenenti alla Classe 2, se combinati assieme adeguatamente, possono essere considerati di Classe 3, come ad esempio la combinazione di salopette e giaccone o di pantalone e giubbino.
UNI EN 510: Abbigliamento Anti-pigliamento antinfortunistico
La norma UNI EN 510:1994 specifica le proprietà degli indumenti protettivi che riducono al minimo il rischio di impigliamento o trascinamento da parti in movimento quando l’operatore lavora in prossimità o su macchine o apparecchiature in movimento pericolose. Non si applica agli indumenti di protezione contro lesioni causate da parti particolari di macchine in movimento per cui esistano norme specifiche, per esempio gli indumenti di protezione per gli utilizzatori di seghe a catena.
UNI EN ISO 13034: Abbigliamento da lavoro Antiacido
Gli indumenti da lavoro e di protezione che presentano il pittogramma EN 13034:2009 di tipo 6 e PB 6, costituiscono il più basso livello di protezione chimica.
In particolare, gli indumenti di questa categoria sono studiati per garantire protezione da una potenziale esposizione a piccole quantità di spruzzi leggeri, aerosol liquidi o schizzi accidentali di sostanze chimiche non immediatamente pericolose
UNI EN 1149-5 – Indumenti di protezione con proprietà elettrostatiche
La norma UNI EN 1149-5:2018 specifica i requisiti che devono avere il materiale e la progettazione per gli indumenti di protezione che dissipano le cariche elettrostatiche, utilizzati come parte di un sistema di messa a terra totale per evitare scariche che possano innescare incendi.
Questi requisiti possono risultare insufficienti in atmosfere infiammabili arricchite di ossigeno.
La normativa UNI EN 1149-5:2018 non si applica ai guanti o alle calzature di protezione che dissipano le cariche elettrostatiche, che sono separati e non costituiscono parte integrante degli indumenti e non si applica per la protezione contro la tensione di rete.
UNI EN ISO 14116 – Abbigliamento di protezione contro la propagazione limitata di fiamma
La normativa UNI EN ISO 14116 specifica i requisiti prestazionali che devono avere i materiali e l’assemblaggio di materiali e indumenti di protezione a propagazione di fiamma limitata. Lo scopo è quello di ridurre la possibilità che un indumento bruci quando entra in contatto occasionale e breve con piccole fiamme in luoghi in cui non ci sono significativi pericoli di fiamma o la presenza di altro tipo di calore. La classificazione avviene attraverso la determinazione di un indice di propagazione limitata di fiamma 1-3 dove 3 è il livello più alto.
UNI EN ISO 11611 – Indumenti per la Saldatura
La norma UNI EN ISO 11611 specifica i requisiti fondamentali minimi di sicurezza e i metodi di prova per indumenti antinfortunistici destinati ad essere indossati durante la saldatura e i procedimenti connessi che presentano rischi comparabili. In questa normativa sono compresi cappucci, grembiuli, maniche (ma non guanti e DPI per la protezione delle mani), ghette, progettati per proteggere il corpo del portatore. Sono previste 2 classi con specifici requisiti prestazionali: CLASSE 1 e CLASSE 2
UNI EN ISO 11612 – Indumenti protettivi contro il calore e le fiamme
I requisiti prestazionali previsti da questa norma sono applicati agli indumenti che possono essere indossati durante attività in cui è richiesto un capo con limitate proprietà di propagazione di fiamma ed in cui l’operatore è esposto a calore radiante, calore convettivo, contatto con fiamme e spruzzi di metallo fuso.
Le protezioni che questi indumenti devono garantire sono di vario tipo:
1. Diffusione della fiamma limitata: A1) accensione in superficie, A2) accensione ai bordi.
2. Protezione dal calore convettivo (il calore che passa attraverso l’indumento che entra in contatto con la fiamma). Il tessuto, essendo ignifugo, non subisce danni, ma il corpo può subire lesioni. B1 – B3.
3. Protezione dal calore radiante. C1 – C3.
4. Protezione contro gli spruzzi di alluminio fuso. D1 – D3.
5. Protezione contro gli schizzi di ferro fuso. Il test fornisce un’indicazione della capacità del tessuto di resistere agli schizzi di metallo fuso.E1 – E3.
6. Protezione contro il calore da contatto. F1 – F3.
UNI EN 342 – Abbigliamento protezione contro il freddo e per celle frigo
La normativa UNI EN 342:2018 specifica i requisiti e i metodi di prova validi per gli indumenti e i completi antinfortunistici per la protezione contro gli effetti degli ambienti più freddi di -5°C. In particolare, per temperature esterne che vanno dai 2°C ai -5°C, le temperature da magazzino frigorifero (-25 C°) fino alle temperature da congelatore (-40C°). Questa norma valuta i seguenti valori: classe di permeabilità all’aria, isolamento termico e livello di traspirabilità. Questi effetti comprendono non solo le basse temperature dell’aria, ma anche l’umidità e la velocità dell’aria
EN 343 – INDUMENTI ANTIPIOGGIA
È la norma europea relativa agli indumenti antipioggia. I capi certificati secondo questa normativa assicurano una protezione contro pioggia, neve, nebbia o umidità. Gli indumenti e le cuciture sono testati in base a:
– A – classe di resistenza alla penetrazione dell’acqua (1-3 dove 3 è il livello più alto)
– B – classe di resistenza al vapore acqueo (1-3 dove 3 è il livello più alto)